dolmen PESCHIO o PESCO

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Scoperto nel gennaio 1910 da Pasquale Maggiulli, insieme a Mario Antimo Micalella in aperta campagna nel territorio di Giurdignano, fu visitato e descritto «in parte atterrato» da Cosimo De Giorgi nell’ottobre 1911. Poco distante dal dolmen Orfine, questo megalite, ulteriormente danneggiato da una negligente manovra con un trattore negli anni Settanta del Novecento, mostra ancora oggi integro il lastrone di copertura, di forma poligonale irregolare, spesso da 12 a 20 centimetri, largo poco più di due metri e profondo poco più di un metro e mezzo, adagiato in parte su quel che resta degli ortostati.

come si raggiunge

Da via Giuseppe Garibaldi, superato l'incrocio con via Enrico Toti, alla periferia della città, si prosegue sulla strada comunale per Minervino. Dopo circa 900 metri si svolta a sinistra, su una stradina che si percorre per circa 150 metri fino alla fine. Si continua a destra nella campagna, costeggiando un muretto di pietre a secco. Dopo altri 150 metri si nota a sinistra, a circa 250 metri, una villa col muro di cinta confinante con un terreno ricco di affioramenti rocciosi: tra questi si scorge il dolmen.

N  40° 06' 41"    E  18° 25' 59"

riferimenti storici

Cosimo De Giorgi, Censimento dei dolmens di Terra d'Otranto, «Apulia», Martina Franca, 1912.

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